Il primo impatto concreto con il mondo dei lavabili e riutilizzabili fu alla nascita del marmocchietto, quando investendo 250 Euro acquistai un kit completo di pannolini di cotone (sfruttato in seguito da altri due bimbi). Nonostante la perplessità di certi e la schizzinosità di altri, fu un'esperienza che mi trovò entusiasta: l'ormone della mamma a pieno regime non mi fece provare alcun fastidio nel gestire la produzione quotidiana del pargolo e la lavatrice fece il resto.
Il passo successivo fu l'acquisto di assorbenti per il ciclo, anch'essi lavabili. Sì, li sciacquo a mano e no, non mi fanno impressione: si tratta di qualcosa appartenente al mio corpo, del resto. Li uso solo quando sono a casa, in effetti sono poco pratici da riporre quando sono fuori.
Da oggi proverò i salva slip, anch'essi riutilizzabili. Non tanto per una questione di "braccino corto" nei confronti di quelli usa e getta (le mestruazioni e le fasi intermedie del ciclo a noi donne costano qualche soldino) ma perché, per quanto i produttori si prodighino nel dichiarare che la pelle viene rispettata e non ti accorgi di averlo, lo percepirai comunque sempre. E non c'è nulla come il tessuto per sopportare tale obbligatorio disagio
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