Quello di ieri verso Milano è stato per me un viaggio ben mesto. Era il giorno dell'ultimo saluto a Valerio Negrini, l'anima dei Pooh, il poeta che per 47 anni (47 ANNI!) ha dato voce a quattro ragazzi che si sono ritrovati un po' per caso ed un po' per fortuna a condividere palchi e vite.
Ammettiamolo: senza le parole di Valerio quante delle canzoni che molti di noi portano nel cuore avrebbero mantenuto la medesima bellezza?
Già per strada ho avuto la prima avvisaglia del tipo di giornata che stava per cominciare: dal finestrino dell'auto ho visto sfilare un TIR che sulla fiancata recava la scritta "Pensiero".
Poco dopo le 11:00 sono giunta al Teatro della Luna di Assago e la nebbia avvolgeva tutto, come se nessuna distrazione o nessun rumore estraneo dovessero interrompere i pensieri rivolti a Valerio, come se non fosse permesso trovare un minimo di distrazione dal dolore che accomunava i presenti.
C'erano vari registri su cui era possibile lasciare la propria firma ed un pensiero, io ho siglato con "Ci vuole fiato a dirti addio...". Ma fiato e parole non ce n'erano. Non ce ne sono state per tutta la giornata.
L'ingresso del teatro risuonava delle note di "Dove comincia il sole" e così è stato per tutta la giornata: le parole in musica di Valerio hanno fatto da sottofondo e da consolazione a volte, ma in altri momenti hanno acuito il dolore che le persone presenti stavano provando. Tanti estranei, intervenuti per un'unico uomo. Facce sconosciute le une alle altre, accomunate dall'affetto per il poeta dei Pooh.
Attorno a Valerio c'erano pochi fiori, come del resto la famiglia aveva chiesto, preferendo le donazioni all'Anpil. Un foglio attaccato ad un pupazzetto di Winnie Pooh, una sciarpa del tour "Giorni Infiniti", uno striscione realizzato da un gruppo di ragazze. Poco dopo ho avuto l'onore di vedere poggiato contro i fiori anche il plico "I Colori dei Pensieri - I Fans per Valerio - 07 gennaio 2013". Si tratta dei pensieri e dei messaggi di addio raccolti nei giorni scorsi tra i fan, che ho stampato e consegnato alla signora Negrini: gentile e disponibile nononostante il momento di lutto, mi ha sorriso e ringraziata.
Forse complice il fatto che l'ultimo saluto a Valerio era stato organizzato di lunedì, in sala eravamo costantemente una trentina di persone che si ricambiavano in fretta. Saluti e lacrime veloci da chi è riuscito a ritagliare il tempo necessario per arrivare al teatro ed uscirne un quarto d'ora, mezz'ora dopo. Molti li ho sentiti singhiozzare e fissare la bara con espressione stravolta. Perché se per tanti Valerio non era noto e veniva ignorato persino come fosse il suo viso, per noi fan era un amico che avevamo imparato a conoscere attraverso le sue poesie in musica.
Dodi Battaglia è giunto con la moglie verso le 11:30, presenza discreta che non ha lasciato trasparire nulla dall'espressione del viso, come a non voler concedere agli estranei di vedere cosa gli si stesse agitando dentro.
Roby Facchinetti, Stefano D'Orazio e Red Canzian sono arrivati insieme, accompagnati dalle rispettive famiglie, da Danilo Ballo, da Manuel Frattini e raggiunti via via da chi nel corso degli anni ha lavorato o collaborato con i Pooh.
Non sono riuscita ad emozionarmi come quando li ho visti sul palco. Lì erano come tutti noi: persone che erano andate a salutare un amico. Sicuramente erano ancora più addolorati e feriti di noi, perché con Negrini ci hanno lavorato, discusso, vissuto.
Prima dicevo della musica diffusa durante tutta la giornata. Quando Facchinetti, D'Orazio e Canzian si sono posti attorno a Valerio, dalle casse è cominciato ad uscire "La ragazza con gli occhi di sole" di Stefano. Già dalle prime strofe la musica ha cominciato ad avere problemi, con parole che si ripetevano, per poi arrivare ad intere frasi. La musica è stata fermata. Nel corso della giornata si è trattato dell'unico episodio. La stessa canzone è stata riproposta più avanti, senza che accadesse nulla.
Un poco alla volta i familiari dei Pooh se ne sono andati ed è rimasto Roby Facchinetti a vegliare l'amico. Roby che nonostante le lacrime sorrideva ed abbracciava gli amici, i conoscenti, le figlie di Negrini. Poi si è dedicato a noi. Proprio così. Si è girato verso chi era presente e uno ad uno ci ha stretto la mano e regalato un sorriso con quegli occhi così azzurri. Per me si è trattato della prima volta ed il mio singhiozzato "Mi dispiace" mentre scambiavamo un bacio non so se l'abbia sentito, spiazzata com'ero dalla sua inziativa e dall'udire nel contempo la sua voce uscire dai diffusori presenti in sala che cantava la strofa "Ma perché non si vive per sempre?", la canzone che ho preso a simbolo di questo lutto.
E' rimasto a lungo Facchinetti. Poi è venuto a dargli il cambio Stefano D'Orazio, rimasto fino alle 17:00, quando ci è stato chiesto di uscire dalla sala.
Eravamo meno di quaranta persone ad attendere all'esterno del Teatro della Luna. Quando Valerio è stato caricato sull'auto è partito un applauso spontaneo che lo ha accompagnato fino a quando il mezzo non è sparito nella nebbia e nel buio, portandosi via le nostre lacrime ed un pezzetto importante dei nostri cuori.
"Milioni di parole lascio dietro di me
milioni di perché
Affascinata e stanca la mia anima va
verso la libertà..."
Valerio Negrini