I Mentre si lavora e si è concentrati capita che una porzioncina del cervello agisca per conto suo. Oh non molta per carità, probabilmente un piccolo agglomerato di neuroni e sinapsi, ma quanto basta per formulare pensieri di senso compiuto.
Oggi quell'agglomerato si è domandato se sono felice. Di primo acchito ho risposto di no: i problemi con il lavoro, il marmocchietto difficile da comprendere nella sua fretta di essere grande, il denaro che non basta mai, più altre cose inanellate una dopo l'altra.
L'agglomerato è poi passato alla seconda domanda: quando comincerai ad essere felice?
"Mai. Sempre." è stata la mia risposta.
Mai, se pretendo che tutto si incastri alla perfezione, se aspetto che ogni singolo ingranaggio giri oliato come pretendo io.
Sempre, se imparo a gioire di quanto mi arriva. A scaglioni, ma arriva.
Forse nessuno avrà mai una vita perfetta; occorre imparare ad essere giocolieri e destreggiarsi tra le belle cose che capitano e le buche disseminate sul cammino.
Filosofia da cioccolatino forse, ma che ci posso fare, sono autodidatta.
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