Ieri, mentre tanto per cambiare ero in coda dietro un paio di TIR, mi è capitato stranamente di domandarmi «E se adesso mi capitasse un incidente ed io morissi, importerebbe a qualcuno?». Non so perché sia uscito quel pensiero... Non mi ha fatto paura, perché da tempo ho accettato la morte come una tappa inevitabile nella vita di ognuno di noi, però mi ha rammaricato rendermi conto di quante persone, situazioni, cose belle non potrei più affrontare ogni giorno. Affrontarle, gioirne, rattristarmene... ecco, forse non le cose in sé, probabilmente è il non provare più sentimenti che mi turba maggiormente.
Nell'ignoranza totale di ciò che accade dopo la morte, c'è chi pensa all'annullamento totale del proprio io e chi, invece, ha fede in un proseguimento di questo viaggio chiamato vita. Io non mi sono fatta un'idea precisa ma, come tanti, tengo le dita incrociate e mi auguro che il ricordo degli anni trascorsi in questo guscio di carne non si disperdano con la mia coscienza. Altrimenti, che senso avrebbe, soffrire, scoprire, sperimentare, sbagliare, amare? Si ridurrebbe tutto ad un assurdo balletto di marionette, di coscienze chiamate alla vita ed a cui viene affidato un compito da svolgere, una posizione da occupare.
"Vivi che la vita è una aggrappati al cuore non fermarti mai non hanno prezzo i sogni che hai, non darli via". Pooh
martedì 23 settembre 2003
venerdì 19 settembre 2003
Una staza in penombra
Capita che ci si accorga di qualcuno. Magari quella persona la si conosce da tempo, perché all'interno di una compagnia di amici o perché la si frequenta sul posto di lavoro. Per tanto tempo rapporti cordiali, indifferenza quasi poi, all'improvviso, scatta una molla indefinita per cui ci si rende conto che quella persona ha un "qualcosa" di speciale che desta il nostro interesse e fa desiderare di trasformare una semplice conoscenza in un'amicizia. Mi è successo un paio di volte, negli ultimi tempi, ed ogni volta sono rimasta un poco disorientata. È come aprire una finestra in una stanza in penombra, con il Sole di mezzogiorno che la invade in pieno e mi fa scorgere particolari che prima mi erano sfuggiti. Mi invade così una sensazione di "tempo perso", di mesi, se non anni, trascorsi senza che si portasse a compimento quella potenziale amicizia. Forse i tempi non erano maturi, o più semplicemente forse ero io che non ero in grado di affrontare ed apprezzare nel modo giusto quelle persone.
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giovedì 18 settembre 2003
Come la neve
Certi giorni sono come la neve, che si posa leggera come un sottile strato di malinconia, ma sa anche cadere pesante sul cuore e formare una crosta difficile da sciogliere. Così ci si ritrova con una strana ombra nei pensieri, pensieri lontani mille miglia e che nemmeno il richiamo più acuto è in grado di riportare indietro.
Così non si ha più voglia di nulla e di nessuno, ci si rannicchia nel proprio piccolo mondo e si attende che l'arcobaleno ritorni. L'arcobaleno, o il sorriso di un amico.
Così non si ha più voglia di nulla e di nessuno, ci si rannicchia nel proprio piccolo mondo e si attende che l'arcobaleno ritorni. L'arcobaleno, o il sorriso di un amico.
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mercoledì 17 settembre 2003
Mai dare tutto per scontato
Mai dare tutto per scontato. Mai considerare dovuta l'amicizia di un amico, l'affetto di una persona cara, l'amore di chi stringiamo al nostro petto nel buio della notte. Mai illudersi che ogni palpito del nostro cuore, che ogni piccola emozione da noi provata per qualcun'altro venga recepito con la stessa intensità con cui noi li viviamo. Spesso giungono come echi lontani a chi ci occupa i pensieri, singola voce di un canto che solo noi possiamo conoscere.
Forse ci abituiamo troppo in fretta alle cose, alle persone, ai sentimenti. Forse troppo presto diventa "normale" avere accanto un nuovo amore od un amico che ci sorride. Magari, ogni tanto fermarsi e considerare l'importanza di ciò che gli altri nutrono per noi e noi per loro aiuterebbe a non cadere nella routine, a non accantonare ciò che di grande può esserci tra due persone. Ad evitare inutili contrasti e qualche parola che ferisce per l'ennesima volta. Capita che ci si distragga con cose di poco conto, perdendo di vista ciò che realmente merita le nostre energie, od anche solo qualche attimo di attenzione in più.
Mai dare tutto per scontato.
Forse ci abituiamo troppo in fretta alle cose, alle persone, ai sentimenti. Forse troppo presto diventa "normale" avere accanto un nuovo amore od un amico che ci sorride. Magari, ogni tanto fermarsi e considerare l'importanza di ciò che gli altri nutrono per noi e noi per loro aiuterebbe a non cadere nella routine, a non accantonare ciò che di grande può esserci tra due persone. Ad evitare inutili contrasti e qualche parola che ferisce per l'ennesima volta. Capita che ci si distragga con cose di poco conto, perdendo di vista ciò che realmente merita le nostre energie, od anche solo qualche attimo di attenzione in più.
Mai dare tutto per scontato.
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martedì 16 settembre 2003
Lo stormo Buon Appetito
Ogni sera, alle 19:20 circa, passa lo stormo Buon Appetito. Chi ha letto «Il gabbiano Jonathan Livingston» di Richard Bach sa il perché di tale nome. Ogni sera passano, piume bianche contro il cielo azzurro. Provengono da Bologna e loro, gabbiani, probabilmente vanno a sfamarsi in città, forse presso una discarica. Poi la sera tornano indietro, uccelli di mare che vanno a riposarsi forse in palude o lungo il Reno.
Li osservo dalla finestra, con il movimento regolare delle ali ed il procedere in formazione, mentre il Sole tramonta alle loro spalle. A volte riempiono l'aria con i loro richiami, altre volte rimangono in silenzio, con qualche componente dello stormo che li precede solitario, mentre altri rimangono distanziati e passano per ultimi.
Li osservo dalla finestra, con il movimento regolare delle ali ed il procedere in formazione, mentre il Sole tramonta alle loro spalle. A volte riempiono l'aria con i loro richiami, altre volte rimangono in silenzio, con qualche componente dello stormo che li precede solitario, mentre altri rimangono distanziati e passano per ultimi.
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lunedì 15 settembre 2003
Piccole inquietudini
Piccole inquietudini agitano i nostri cuori e animano i giorni che passano. Dubbi, domande, "se fosse" espressi a bassa voce o ricacciati dietro un muro d'inespressività appena si affacciano alla coscienza.
Là fuori esiste un mondo di possibilità, un mondo dove alcune di esse si avverano ed altre rimangono nel limbo delle nostre fantasie. Così mi ritrovo a domandarmi perché i nostri piccoli universi personali girino in una direzione piuttosto che in un'altra. Perché si passi come meteore nella vita di chi invece si vorrebbe più vicino al proprio modo d'essere e di esistere.
Perché a volte il cuore sussulta nel petto, mentre dovrebbe seguire un ritmo regolare ed ormai stabilito da tempo? Ed ha senso crucciarsi per un'anima lontana, eppure "sentita" così intensamente da lasciare un segno quasi indelebile sulla lavagna dei propri pensieri?
Ma forse un senso c'è, imperscrutabile o palese come la luce del Sole. Forse è parte integrante dell'esistere, forse è uno degli scogli fondamentali in cui ci si imbatte esistendo. Sta a noi tramutare tale scoglio da oscuro pericolo semisommerso, a piccola isola su cui issarsi per riposarsi un poco ed osservare il mondo circostante.
Là fuori esiste un mondo di possibilità, un mondo dove alcune di esse si avverano ed altre rimangono nel limbo delle nostre fantasie. Così mi ritrovo a domandarmi perché i nostri piccoli universi personali girino in una direzione piuttosto che in un'altra. Perché si passi come meteore nella vita di chi invece si vorrebbe più vicino al proprio modo d'essere e di esistere.
Perché a volte il cuore sussulta nel petto, mentre dovrebbe seguire un ritmo regolare ed ormai stabilito da tempo? Ed ha senso crucciarsi per un'anima lontana, eppure "sentita" così intensamente da lasciare un segno quasi indelebile sulla lavagna dei propri pensieri?
Ma forse un senso c'è, imperscrutabile o palese come la luce del Sole. Forse è parte integrante dell'esistere, forse è uno degli scogli fondamentali in cui ci si imbatte esistendo. Sta a noi tramutare tale scoglio da oscuro pericolo semisommerso, a piccola isola su cui issarsi per riposarsi un poco ed osservare il mondo circostante.
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