"Vivi che la vita è una aggrappati al cuore non fermarti mai non hanno prezzo i sogni che hai, non darli via". Pooh

martedì 13 settembre 2016

L'ultima notte insieme

Ora che il concerto dei #Pooh è terminato anche nella sua edizione televisiva ripiego con cura ricordi, emozioni, brividi. Non devono sgualcire, non devono perdere colore o ingrigire per colpa della polvere della normalità.
Il signore in foto, Valerio Negrini, ha dato il via, ha mantenuto in vita con le sue parole un progetto artistico durato 50 anni. Ci sono stati alti e bassi, canzoni indimenticabili si sono alternate a brani che canticchiamo meno spesso, ma è nella natura delle cose che ciò accada.
Ma al di là di tutto questo, ancora mi lascia stupita quante anime la musica dei Pooh abbia saputo coinvolgere, influenzandone vite e decisioni. Alla TV non si percepiva bene, ma l'intero stadio ha cantato dalla prima all'ultima canzone, senza soste, senza incertezze.
È un onore far parte di tutto questo. Lo scrivo al presente perché non sarà una data sul calendario a decretare la fine della mia passione.

lunedì 1 agosto 2016

Maschere

In un mondo in cui le televisioni ed i giornali restituiscono immagini di morte ed impotenza, non deve meravigliare se la gente prova il desiderio, a volte inconscio, di esorcizzare la paura di non esserci più da un momento all'altro per colpa di un folle o di una ideologia.
Prima era Halloween, ora sono le zombie walk, si impersona la morte e ci si fotografa con essa per illudersi di poter avere il controllo su di essa, o almeno di poterci venire a patti.

venerdì 15 luglio 2016

Dopo tanti anni

È incredibile come, dopo tanti anni, attorno a casa io riesca ancora a trovare schegge di bombe.
Ci sono molti ricordi qua attorno, a me sconosciuti, costruiti pezzo su pezzo da quando questo posto era una convento e la ferrovia ancora non era stata posata.
Durante la seconda guerra mondiale i tedeschi requisirono la casa per farne un punto di appoggio, il vigneto abbattuto per fare posto ai carri armati e ad altri mezzi. Mio padre ricorda ancora il cumulo di soldati morti, "alto fin oltre la finestra, tutti giovani", che l'infermeria allestita non era riuscita a salvare.
Poi la fuga, con armi, munizioni ed esplosivi sepolti chissà dove, qua attorno.

mercoledì 13 luglio 2016

Ci hanno fatto credere

Ci hanno fatto credere che l’amore, quello vero, si trova una volta sola, e in generale prima dei trent’anni. Non ci hanno detto che l’amore non è azionato in qualche maniera e nemmeno arriva ad un’ora precisa.

Ci hanno fatto credere che ognuno di noi è la metà di un’arancia, che la vita ha senso solo quando riusciamo a trovare l’altra metà. Non ci hanno detto che nasciamo interi, che mai nessuno nella nostra vita merita di portarsi sulle spalle la responsabilità di completare quello che ci manca: si cresce con noi stessi. Se siamo in buona compagnia, è semplicemente più gradevole.

Ci hanno fatto credere in una formula chiamata “due in uno”: due persone che pensano uguale, agiscono uguale, che solamente questo poteva funzionare. Non ci hanno detto che questo ha un nome: annullamento. Che solamente essere individui con propria personalità ci permette di avere un rapporto sano.

Ci hanno fatto credere che il matrimonio è d’obbligo e che i desideri fuori tempo devono essere repressi.

Ci hanno fatto credere che i belli e magri sono quelli più amati, che quelli che fanno poco sesso sono all’antica, e quelli che invece ne fanno troppo non sono affidabili, e che ci sarà sempre un scarpa vecchia per un piede storto! Solo non ci hanno detto che esistono molte più menti “storte” che piedi.

Ci hanno fatto credere che esiste un’unica formula per la felicità, la stessa per tutti, e quelli che cercano di svincolarsene sono condannati all’emarginazione. Non ci hanno detto che queste formule non funzionano, frustrano le persone, sono alienanti, e che ci sono altre alternative.

Ah, non ci hanno nemmeno detto che nessuno mai ci dirà tutto ciò.
Ognuno di noi lo scoprirà da sè. E così, quando sarai molto innamorato di te stesso, potrai essere altrettanto felice, e potrai amare qualcuno.

- John Lennon -

venerdì 1 luglio 2016

Frastuono e musica

Nonostante le promettenti premesse durante il corteggiamento, nessun nido di rondine è stato portato a termine sotto la grondaia. Ora che il Sole comincia a calare verso l'orizzonte, alcune decine volano radenti sul binario della ferrovia, mentre altre si librano sul campo di grano ormai mietuto.
Le pance bianche fanno da contrasto con il traffico di tetti d'auto e parallelepipedi dei TIR che passano nell'autostrada, ma il loro rombo non riesce a sovrastare le cinciallegre, i merli, gli usignoli ed i grilli.
Essere sorda al frastuono ed ascoltare unicamente la musica è quanto forse più mi ha aiutata fino ad ora.

martedì 28 giugno 2016

Ricordo di un coro... no, "il" coro

Scorrendo il Web sto constatando quanto Bud Spencer faccia parte dei nostri ricordi belli o perlomeno positivi. Come ha osservato un mio amico, in tempi come questi essere un eroe per molti non è una cosa da poco.
Il mio ricordo più buffo si riconduce al celeberrimo "coro dei pompieri", quando da adolescente frequentavo l'istituto d'arte ceramica di Faenza. Durante una lezione di matematica in cui il prof dovette arrendersi alla nostra impermeabilità ai concetti che cercava di inculcarci, separò la classe in maschi e femmine e ci fece intonare questo coro.
Non so cosa  pensarono le altre classi del piano, ma la bidella Adalgisa venne a bussare per chiedere se era tutto a posto...

Co ha regalato risate e leggerezza senza aver mai bisogno di ricorrere a volgarità o banalità.
Pur avendo conquistato noi bambini con i suoi sganassoni, non era mai violenza: erano balletti con spalle e comparse sempre all'altezza della situazione.
Grazie.


venerdì 24 giugno 2016

Nuove famiglie

A delimitare il campo dei miei genitori c'è un canale che dà il nome alla strada che da Barbiano porta a Solarolo: Rio.
Negli anni della mia infanzia e della mia adolescenza mi ha visto trascinare lunghi tubi di alluminio durante le faticose operazioni di irrigazione dei filari di peschi, correndo con la vanga per arginare le esondazioni dai piccoli canali scavati a ridosso delle piante. Faticoso ma vissuto come un gioco, nonostante tutto.
L'acqua non era certo delle più salubri, perché nel canale vi andavano a finire anche liquami urbani, ma negli ultimi anni qualcosa è stato fatto in tal senso ed ora in quel letto scorre solo acqua piovana. Prova ne è il fatto che questa primavera vi ha nidificato una coppia di germani reali e, mentre gli anatroccoli nuotavano poco lontano, uno degli adulti si è approssimato al ponticello per le sue abluzioni.
Fossero arrivati 25 anni fa, il mio pescare girini si sarebbe arricchito dell'osservazione delle loro abitudini. Ma è comunque bello saperli là. :-)

Il canto del grano

La mietitura del grano è prossima, mi sono concessa di ascoltarne il canto: la brezza leggera scuote gli steli ormai secchi e le spighe, strofinando l'una contro l'altra, generano un suono simile a quello della sabbia che scorre.

mercoledì 25 maggio 2016

W I POOH

Nel corso degli anni della mia infanzia, fino ai 16, le domeniche sono state scandite dalle visite al nonno. Il nonno Marcello con i suoi racconti sulla guerra, le battute taglienti, il disincanto nei confronti del prossimo, la tenerezza per questa bimbetta bionda.
Ogni domenica mattina si andava a Lugo e lungo il tragitto la facciata di un palazzetto dello sport mi offriva la scritta realizzata con spray bianco W I POOH. Una scritta che faceva parte del paesaggio, ogni volta letta per abitudine.
Da una decina d'anni il muro è stato ripulito, ma non c'è voluto molto perché comparisse un nuovo graffito.
Quella scritta realizzata da un anonimo fan per anni mi ha indicato inconsapevolmente cosa avrebbe svolto un ruolo importante nella mia vita. Chissà quanti segni premonitori ma ignorati del nostro futuro ci scorrono davanti o incrociano il nostro cammino.

venerdì 20 maggio 2016

Confini

Oltre la cortina dei rami di fico il campo di grano. Al suo limitare il ponte dell'autostrada.
Poi altri campi, Solarolo, ancora distese coltivate, le colline di Riolo e Brisighella con gli appezzamenti di terreno che cambiano colore con il procedere delle stagioni.
Per molto tempo quello è stato il mio orizzonte ultimo, quando Bologna sembrava lontanissima ed inaffrontabile, Milano situata su chissà quale pianeta.
Ma per fortuna nella vita nulla è immutabile, per fortuna se si è capaci di piegare tale mutamento a proprio vantaggio, od anche solo di trarne insegnamento.

"Oltre il giardino, oltre mare
sarebbe lontana la realtà
come piccole nuvole 
come vecchi giocattoli..."
Valerio Negrini

giovedì 19 maggio 2016

Work in progress

La maglietta di Hiro Hamada con il robottone per la gara di #cosplay alla #STARCON è pronta.
Ora il marmocchietto deve solo mantenere il coraggio di salire sul palco.

mercoledì 18 maggio 2016

Lavabile e riutilizzabile

Il primo impatto concreto con il mondo dei lavabili e riutilizzabili fu alla nascita del marmocchietto, quando investendo 250 Euro acquistai un kit completo di pannolini di cotone (sfruttato in seguito da altri due bimbi). Nonostante la perplessità di certi e la schizzinosità di altri, fu un'esperienza che mi trovò entusiasta: l'ormone della mamma a pieno regime non mi fece provare alcun fastidio nel gestire la produzione quotidiana del pargolo e la lavatrice fece il resto.
Il passo successivo fu l'acquisto di assorbenti per il ciclo, anch'essi lavabili. Sì, li sciacquo a mano e no, non mi fanno impressione: si tratta di qualcosa appartenente al mio corpo, del resto. Li uso solo quando sono a casa, in effetti sono poco pratici da riporre quando sono fuori.
Da oggi proverò i salva slip, anch'essi riutilizzabili. Non tanto per una questione di "braccino corto" nei confronti di quelli usa e getta (le mestruazioni e le fasi intermedie del ciclo a noi donne costano qualche soldino) ma perché, per quanto i produttori si prodighino nel dichiarare che la pelle viene rispettata e non ti accorgi di averlo, lo percepirai comunque sempre. E non c'è nulla come il tessuto per sopportare tale obbligatorio disagio

domenica 15 maggio 2016

Odori al tramonto

Dopo la #tempesta di oggi l'aria è tersa  come fosse stata lavata e sbattuta da gigantesche mani. Nella luce del tramonto la brezza sospinge la marea di pollini ed il loro odore dolce si sposa con i toni dorati del tramonto.
Le giornate dovrebbero terminare più spesso così.


Passaggi a livello e attese

Barbiano, il mio paese d'origine, è piccolo. Non è nemmeno un comune, fa capo a Cotignola, ma vanta tra i suoi figli il condottiero Alberico, nato nel 1344, a lui furono dedicati un palio ed un incrociatore leggero della Marina Militare.
Oltre ad una clinica privata (la fortuna che vedi nella sfortuna di dover cambiare un'aorta del cuore di tuo padre) conta anche una piccola stazione. Sulla sua banchina ho trascorso le attese da pendolare della scuola superiore ed era dotata di tutto: pioggia e vento nei mesi invernali, Sole e cinguettii in primavera, un bel ragazzo alto e biondo a cui non riuscire  mai a rivolgere la parola.
Negli ultimi anni le attese al suo passaggio a livello sono divenute insopportabilmente lunghe, dovendo attendere che il treno parta dalle stazioni di Solarolo e di Lugo, alternativamente.
Ieri nel curiosare tra le diciture dei tag della zona, ho scoperto che non sono l'unica a mal sopportare tale situazione...



martedì 10 maggio 2016

Appunti da un giorno di primavera

Andare a prendere il #marmocchietto in anticipo da scuola e sentirlo urlare lungo il corridoio "SONO LIBEROOO!" proprio mentre passa il preside.
Fatto.


Mamma sulla spiaggia...

Sono tornate! Le #rondini sono tornate a casa!
Era da circa cinque anni che nessuna rondine costruiva il nido sotto la mia grondaia, una grande tristezza considerato che nella mia infanzia ho contato fino a dieci installazioni.
Oggi invece la sorpresa di vedere ben tre coppie al lavoro, con un va e vieni frenetico puntellato da fitti dialoghi che da troppo non ascoltavo.



Due nidi di rondine in costruzione

... ma le sorprese in giardino non sono finite!
Nel cono stradale abbandonato tra viole, iris e bocche di leone ha fatto il nido una #cinciallegra! Dentro quattro pulcini non si stancano mai di cantare, rendendo quel pezzo di plastica un cono sonoro davvero unico.
Sì la città è comoda, ma qua devo tornarci a vivere...


Nido di cooinciallegra

venerdì 29 aprile 2016

Stay just a little bit longer...

Ieri sera ho visto la prima puntata di "22.11.63", la serie tv tratta dal romanzo di Stephen King che vede come protagonista James Franco (il figlio di Green Goblin / Willem Dafoe in "Spider-Man", per intenderci).
Non spoilero.
A qualche minuto dall'inizio si sente per pochi secondi "Stay", una canzone che ho imparato a conoscere nella versione di Jackson Browne grazie al suggerimento di un caro amico.
Stamane ho curiosato sul Web ed ho scoperto che è una brano molto "coverizzato". Il suo testo nel tempo è stato modificato, in quanto da canzone in cui viene chiesto all'amata di soffermarsi un poco più a lungo per un altro ballo, è stata successivamente trasposta nei confronti del pubblico, al quale viene chiesto di rimanere ad ascoltare la band.

Si parte con la versione originale del 1960 interpretata da Maurice Williams & the Zodiacs: https://youtu.be/o1Z_hskvz1M
 

Dal 1960 a 1962 fece parte del repertorio live dei Beatles, ma purtroppo non esistono incisioni.
Nel 1963 toccò ai The Hollies, versione però priva della parte in falsetto che caratterizza questo brano: https://youtu.be/GynWfSa3Abg
 
 
 Nel 1964 è il turno dei The Dave Clark 5, anche loro compirono la scelta stilistica di tralasciare il falsetto: https://youtu.be/UAAUrQnC4EE
 
 
Sempre 1964, tocca a Frankie Valli and the Four Seasons (sì Valli, quello di "Grease"), i quali decidono di reintrodurre il falsetto, pure prepotentemente: https://youtu.be/GX7YX531q5E
 
 
La versione del 1968 di Jan & Dean ha una storia particolare, in quanto la cover, realizzata in tale anno per l'album "Carnival of Sound", dovette attendere il 2010 per uscire con il disco: https://youtu.be/LFNtjiPRofk
 
 
1976, versione di Andrew Gold: https://youtu.be/ERAC8D6J5aw
 
 
1977, esce la cover a me più familiare di Jackson Brownehttps://youtu.be/d3bUg8wsgVE (mi spiace non aver rintracciato il filmato dove sul palco David Lindley "ruba" la parte alla corista ed interpreta il falsetto).
 
 
1979, tocca a Bruce Springsteen & the E Street Band: https://youtu.be/IbV8A6Ruqa0
 
 
Nel 1980 l'austriaco Georg Danzer traduce il brano in lingua tedesca, rititolandola "Roadie song".
1983, in Italia ci provano David Marx & Tracy Spencer con questa versione puramente discotecara: https://youtu.be/B-mzkHzQ0_c
 
 
1995, tocca ai britannici Dreamhouse: https://youtu.be/O3MctFO1ouk
 
 
Trascorrono meno di dieci anni, poi nel 2003 è Cyndi Lauper a rimetter mano alla canzone, conferendole un che di esotico: https://youtu.be/O4avMWxMm0M
 
 
Infine, nel 2014, gli australiani Human Nature, che riportano l'esecuzione del brano a vocalità più vicine alla versione originale: https://youtu.be/2KMthVDJjhE
 
 
Per quanto mi riguarda, sono affezionata a questa cover del 1995. Ogni volta che una certa persona mi chiama gli fischiano le orecchie... https://youtu.be/is6MjNN-6Gc
 
 
"Stay, ahhh
Just a little bit longer
Please, please, please, please, please
Tell me that you're going to
Now your daddy don't mind
And your Mommy don't mind
If we have another dance, ya
Just one more time..."